Pezzotto vs Piracy Shield 6-0. Il cappotto è servito

E’ passato circa un mese dall’avvento di Piracy Shield come baluardo contro la pirateria online. Sbandierata come l’arma perfetta per distruggere il pezzotto e i siti web pirata, la piattaforma ha mostrato subito le prime crepe tecniche e anche sostanziali. In particolare, se Piracy Shield si dimostra efficace nel chiudere i siti web, appare quasi inutile nell’abbattere il vero nemico dei broadcaster: Il pezzotto o per meglio dire le IPTV illegali.

In questa inchiesta vedremo come nulla è cambiato e come basterà una semplice ricerca sul web per ottenere un test gratuito del pezzotto e acquistarlo con comodità tramite criptomoneta.

Punti a favore di Piracy Shield

La piattaforma privata Piracy Shield in questo periodo di vita ha abbattuto numerosi siti web, lo ha fatto nei tempi previsti. Quindi su questo fronte ha mostrato la sua efficacia. Va però detto che già prima di Piracy Shield i siti illeggitimi potevano essere oscurati, con la differenza che per farlo serviva l’autorizzazione di un giudice. Con l’arrivo di Piracy Shield invece fa fede solo la parola degli addetti ai lavori di Piracy Shield – forse il fine giustifica i mezzi, ma la Costituzione non crediamo preveda questo abuso di potere -.

In questi giorni inoltre stanno venendo eliminate numerose App su Play Store che permettevano di guardare tutti i campionati di calcio in diretta. Queste le parole del Commissario Capitanio:

è frutto delle sinergie messe in campo dal Parlamento, da AGCOM, dai detentori dei diritti, dalle compagnie telefoniche e dagli Internet Service Provider per debellare un fenomeno che fa perdere all’Italia 1,7 miliardi [di euro, ndr] ogni anno e oltre 10.000 posti di lavoro

e ancora

Google dimostra di collaborare alla lotta alla pirateria nell’ambito della legge 93/2023, che impone ai motori di ricerca il delisting dei contenuti pirata e tutte le misure tecniche utili a ostacolare la visibilità dei contenuti illeciti.

Sicuramente una buona notizia. Quello però che ci pare stonato è che da quando esiste lo Store di Google Play è sufficiente una singola mail inviata dai leggittimi proprietari per far rimuovere un App illegale. Non serviva aspettare Piracy Shield. Non capiamo perchè delle App da mezzo milione di download non siano stata fatta sparire prima. Bastavano 30 secondi.

Se vogliamo dire che Piracy Shield ha svegliato chi fino ad oggi dormiva, allora ha assolto al suo compito, ma davvero per rimuovere delle App sullo Store di Google o di altre piattaforme, Piracy Shield è inutile perchè si poteva e si può fare con una semplice mail. Vabbé!

Punti a sfavore di Piracy Shield

I punti che lasciano molte perplessità sull’uso di Piracy Shield sono molteplici. Innanzitutto non c’è trasparenza di azione e comunicazione. Più di una volta pare che Piracy Shield abbia oscurato siti legittimi. Sono serviti articoli denuncia di magazine specializzati per smuovere le acque e ripristinare la legalità. Non si sa chi sia effettivamente la persona incaricata a fare le valutazioni prima di oscurare un sito.. Non si sa su chi rivalersi precisamente per i danni ricevuti.

L’associazione Assoprovider in questo senso sta cercando di far luce su tutti i punti oscuri di Piracy Shield

“La richiesta di accesso agli atti inviata all’AGCOM rappresenta un passo cruciale nella nostra lotta per la trasparenza e la correttezza nell’ambito della regolamentazione della pirateria online. È fondamentale per noi, e per il settore che rappresentiamo, comprendere pienamente le modalità e le circostanze sotto le quali vengono presi provvedimenti di inibizione dell’accesso, specialmente in casi dove sembra che indirizzi IP e nomi di dominio non coinvolti in attività di pirateria siano stati ingiustamente colpiti.”

Il pezzotto è vivo e vegeto

Il vero punto a sfavore di Piracy Shield è che sta fallendo nella lotta per la quale è nata. Il pezzotto. Le IPTV illegali non sembra abbiano risentito dell’entrata in scena della piattaforma dell’AGCOM. Gli utenti continuano a veder i live, ad abbonarsi e a comportarsi come se nulla fosse successo.

Di seguito faremo proprio un test per dimostrare come le IPTV illegali siano facilmente utilizzabili.

Prova pratica di acquisto di un pezzotto nell’era di Piracy Shield

Iniziamo col dire che faremo ben attenzione nel non divulgare nessun link di IPTV illegali. La nostra vuole solo essere una testimonianza reale di come dopo l’avvento di Piracy Shield sia cambiato o meno il panorama del pezzotto online.

Ricerca sul web

Iniziamo con una semplice ricerca online. Andiamo sul nostro motore di ricerca preferito e digitiamo la query: “IPTV Italia

Troveremo sicuramente diverse opzioni. A testimonianza che il mercato è bello florido. Sono a nostro avviso quasi tutte attendibili. Non vogliamo dare troppe indicazioni nell’ordine di ricerca.

In ogni caso, una volta aperto un link vi troverete difronte alla homepage del sito illegale di IPTV. Con presente tutte le offerte. Questa è una schermata:

Scorrendo la pagina si possono vedere anche le altre offerte. Come già sappiamo il prezzo varia dagli 8 ai 10 euro. In base al piano che si seleziona.

I pirati consentono ai loro futuri clienti di testare il servizio gratuitamente per tre ore. Troverete infatti sicuramente una scheda che rimanda alla pagina dei test. Ecco la schermata che è apparsa a noi:

A questo punto dopo aver inserito la mail e richiesto il test, nella vostra casella di posta riceverete una mail con la Lista IPTV e tutte le relative istruzioni: App da utilizzare, VPN da utilizzare e Tutorial vari messi a disposizione dei meno esperti.

Il link di una lista IPTV solitamente ha questa sintassi:

http://serverxyz.iptvitalia.xyz:8080/get.php?username=abcd&password=xyz&type=m3u&output=ts

I dati sono messi a caso per rendere l’idea. Della lista i parametri più importanti sono le credenziali:

USERNAME: abcd
PASSWORD: xyz
URL: http://serverxyz.iptvitalia.xyz:8080

Solitamente infatti le Applicazioni necessarie per riprodurre le liste IPTV permettono una doppia opzione di inserimento: Il link completo o i dati delle credenziali.

Nella nostra inchiesta abbiamo testato la linea ottenuta sul sito pubblico IPTV Smarters pro.

Questo è una schermata che appare navigando tra le tv presenti nella lista

Conclusioni

Come abbiamo potuto constatare i servizi illegali che vendono liste IPTV sono vivi e vegeti. Nella nostra inchiesta abbiamo anche contattato il servizio clienti del sito illegale domandando se ci fossero dei rischi ora che esiste Piracy Shield La risposta – che va presa con le pinze ovviamente – è stata solenne.

Il servizio va meglio di prima. Piracy Shield ci ha fatto conoscere a chi non sapeva l’esistenza delle IPTV. I nostri DNS sono aggiornati di continuo e non c’è pericolo di discontinuità del servizio.

La risposta come detto potrebbe essere solo una sicurezza di facciata. Noi speriamo vivamente che questi servizi a danno di tutti vengano presto eliminati, ma resta il fatto che ad oggi i pezzotti governano il mercato dello streaming.

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