Pezzotto. Origini e sviluppo del sistema pirata che rischia di affondare il sistema televisivo

Indaghiamo sulle origini del sistema IPTV Pirata, di come si sia sviluppato e di come oggi rappresenti la scelta più conveniente per gli appassionati di Sport e prodotti TV a pagamento.

Per comprendere come il sistema illegale delle IPTV (comunemente conosciuto in Italia con il termine Pezzotto) abbia ottenuto sul mercato il successo che ha oggi, è importante comprendere il sistema piramidale che si cela dietro all’organizzazione che ne detiene il controllo.

Non si può limitare l’analisi sostenendo che sia solo una questione di prezzo. Certo il prezzo è bassissimo, ma è solo l’anello finale di un ingranaggio che si è rodato nei decenni scorsi e oggi è in grado di offrire (illegalmente) un prodotto concorrenzialmente parlando, inimitabile.

Rojadirecta. Il “Padrino” spagnolo dello streaming pirata

Facciamo un tuffo nel passato. Siamo all’inizio degli anni 2000. Internet per molti è ancora una novità inesplorata. Le case sono piene di modem 56k che gracchiano ogni volta che si connettono. I video in HD sono un miraggio, ma la voglia di scroccare calcio e sport in generale senza pagare un centesimo è già bella presente. Napster in fondo aveva già fatto capire a tutti i detentori di diritti quanto fosse vulnerabile il copyright su Internet.

Per l’utente medio con poche conoscenze l’isola felice dello streaming pirata si trova nella caliente Spagna. Più precisamente, nei server di un sito spagnolo. Rojadirecta. Oggi defunto, anche se in giro ci sono ancora molte imitazioni di scarso valore.

Se pensate ad un evento sportivo su Rojadirecta potevate trovarlo. Il sito – con un layout tanto semplice quanto banale – presentava un palinsesto verticale ordinato per data e orario. Per ogni evento c’erano decine di link, elencati in base alla qualità e alla lingua dello streaming.

L’utente cliccava e finiva su un collegamento, non direttamente legato a Rojadirecta ma ad un sito affiliato in cui era incorporato il player video che trasmetteva l’evento.

Rojadirecta sulla sua paginetta non aveva banner pubblicitari. Invece i siti affiliati ne erano pieni zeppi.

I siti partner facevano a gara per entrare nel palinsesto di Roja. Se eri la prima scelta dell’elenco erano soldi veri. Negli anni 2000 Internet era una bolla. I soldi volavano nell’aria. Per un evento su Roja si riuscivano a scucire anche 1.000 euro (oggi impossibile).

Per entrare nel palinsesto di Roja si doveva inviare una mail, indicando l’vento trasmesso e il link del proprio sito web dove era stato incollato il player con il video della partita.

Un admin di Roja leggeva la mail e se il video era abbastanza decente si veniva inseriti nel palinsesto. E la festa aveva inizio.

Come detto Rojadirecta non aveva banner pubblicitari sul proprio sito. Come guadagnava?

Con le affiliazioni delle scommesse!!!

Prima di tutti i link dei siti affiliati, il buon fondatore di Roja Igor Seoane Miñán – infilava un link che rimandava ai siti di scommesse online. Molti utenti puntavano e guardavano le partite dai siti di scommesse. Quando qualche utente scommetteva. Roja guadagnava. E credeteci . Ha fatto milioni di euro!!!

Rojadirecta non centra molto con il Pezzotto. Ma è fondamentale per capire come per dare vita ad un sistema di successo deve esserci alla base un modello economico fatto di strategia, marketing e collaborazione.

Che la guerra abbia inizio

Roja ha fatto capire tre cose:

  • Ai proprietari di diritti di autore che se stavano a guardare avrebbero dovuto chiudere e quindi dovevano iniziare a far chiudere i siti illegali;
  • Ai pirati che con lo streaming illegale si facevano soldi veri;
  • Agli utenti che si può guardare tutto “aggratis“!

A questo punto ogni paese ha iniziato a produrre le proprie leggi per arginare la pirateria. Purtroppo tutte le leggi sono sempre restate un passo indietro ai pirati.

Il vero motivo – a nostro parere – è sostanzialmente questo: Il legislatore ha sempre intensificato gli sforzi per trovare un corpo legislativo giuridicamente valido per sostenere nei tribunali le proprie ragioni. I tempi lunghi della giustizia, la facilità di creare nuovi siti ha lasciato terreno fertile per i pirati che hanno sempre potuto saccheggiare indisturbati le loro prede.

La vera arma per colpire i pirati è sostanzialmente una e solamente una: “Follow the money“. Seguite i soldi!

I pirati fanno quello che fanno perché guadagnano vagonate di soldi. Una denuncia o anche una condanna spesso patteggiata è poca cosa rispetto al bottino. Trovare il modo per non far guadagnare i pirati distruggerebbe il sistema.

Come farlo?

Oggi è davvero difficile farlo in modo coercitivo e spiegheremo il perchè più avanti. Tuttavia, un modo per arenare i pirati esiste.

Basta considerarli (solo) dei criminali. Considerateli dei competitor. E’ necessario che i vari broadcaster offrano un prodotto più conveniente o perlomeno non così tanto distanze da quello che i pirati oggi giorno riescono ad offrire.

Pirati un passo avanti nel futuro

Brutto da dirsi ma è la verità. I pirati hanno sempre utilizzato tutta la tecnologia esistente a proprio vantaggio per offrire un servizio sempre più all’avanguardia.

Se Rojadirecta scoppiazzava i flussi originali ad esempio di Sky con degli streaming di qualità ridicola, l’avvento delle IPTV ha cambiato tutto.

Mentre con Sky dovevano installare la parabolica – considerando che l’offerta Internet non esisteva. Con Mediaset serviva una card HD per guardare la Serie A. Con il pezzotto bastava una lista e una connessione Internet adeguata e ovviamente 10 euro per avere ogni cosa praticamente ovunque.

Non c’era partita. Il Pezzotto era ed è il “Dream Team NBA” anni 90.

Il Pezzoto e un Business Plan studiato su tutti i livelli

La diffusione così capillare del pezzotto non si può giustificare solo con il buon prezzo e il buon prodotto. Il mercato è pieno di prodotti scadenti che monopolizzano il loro segmento produttivo.

Dietro al pezzotto c’è una strategia ben studiata. Un modello economico che nel tempo si è raffinato ed è in grado di reggersi in piedi anche dopo tutti i colpi che gli vengono assestati di tanto in tanto.

I segreti del Pezzotto

  • Pubblicità

Inizialmente l’IPTV illegale si è fatta conoscere solo tramite il passa parola, la vendita porta a porta e qualche forum per smanettoni, difficile da trovare e che infondeva poca fiducia all’utente medio.

Ben presto le menti dietro al pezzotto (camorra?) hanno sfruttato tutti i canali a loro disposizione. Compreso Google Ads. Pago Google affinchè inserisca il mio servizio nelle ricerche del suo straordinario motore di ricerca.

Da 4 amici al bar a milioni di potenziali nuovi clienti.

  • Semplicità

Una volta raggiunto il sito che vende il pezzotto, spesso grazie al link di Google, l’utente si trova di fronte ad un servizio veloce e disarmante per velocità e tutela del consumatore.

Il sito presenta tutti i vantaggi del servizio e offre una prova gratuita. L’utente deve solo inserire la mail e gli verrà recapitato la lista IPTV con tutte le istruzioni per farla funzionare se è poco esperto.

  • Pagamento e Assistenza post vendita

L’utente può scegliere di pagare i pochi euro come desidera: bonifico, carte prepagate, paypal, buoni amazon e ovviamente criptovalute. In più grazie al sistema della chat e dei ticket, qualsiasi dubbio o problema viene risolto in poche ore.

  • Rete di affiliazione: Pannelli Reseller

Mettere in piedi tecnicamente il servizio è difficile. Dobbiamo disporre (rubare) di tutti i flussi dei canali televisivi. Dobbiamo avere dei server in grado di reggere il traffico e dobbiamo pagare le spese. Serve un’organizzazione di alta scuola alle spalle.

Qui nasce l’arma vincente del pezzotto. Grazie ai pannelli reseller anche il buon Michele Capone esperto venditore di pesce che sa poco o nulla di tecnologia, può iniziare a vendere le liste IPTV ai suoi contatti.

Comprare un Pannello è semplice come comprare una lista. Scegliamo il numero di crediti. Ad esempio 100 e li paghiamo ad esempio 300 euro. Ogni credito equivale ad 1 mese di abbonamento. A noi Reseller dunque 1 mese costa 3 euro. Possiamo creare una lista nel nostro pannello e venderla a 9 euro al nostro amico di bevuta e guadagnare in 1 minuto il 200%.

Addirittura possiamo vendere noi dei pannelli al nostro amico, e guadagneremo pure sulle sue vendite.

Un sistema piramidale che il tubo della Tucker impallidisce.

  • Criprovalute, prestanome e rete internazionale di malviventi

Ovviamente i pagamenti dovrebbero lasciare delle tracce. Per chi è sprovveduto forse il problema è solo per chi acquista. I padrini del pezzotto, usano prestanome, giroconti in criptovalute e si affidano a soci criminali di altre nazioni per non lasciare traccia della loro esistenza.

Ogni tanto qualche testa cade e i media puntualmente celebrano la fine della pirateria online, ma la verità è che il “mostro” ha già mille nuove teste pronte a far ricrescere.

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