Piracy Shield fa flop. La piattaforma che dichiara guerra al pezzotto stecca all’esordio

Iniziamo questo articolo con una doverosa premessa fondamentale. La pirateria è un male da combattere e possibilmente abbattere con tutti i mezzi leciti necessari. Non è solo una lotta di principio. E’ una questione di sopravvivenza. Il diritto di autore è un investimento di risorse umane ed economiche nel tempo che un azienda decide di compiere. Investimento che va tutelato per garantire lo sviluppo di un progetto, di un intero settore e più generalmente dell’intera economia.

Non ci possono e devono essere equivoci su questo punto.

Che cos’è Piracy Shield?

Negli ultimi mesi si è parlato molto della lotta alla pirateria online, con particolare riguardo ai servizi IPTV (Qui un nostro articolo che spiega cos’è l’IPTV ) che permettono di guardare con pochi euro qualsiasi evento sportivo. Sono stati scritti molti articoli a riguardo. A onor del vero ogni quotidiano e magazine online ha voluto dire la propria a riguardo, ma quasi tutti gli articoli si sono ridotti ad un copia ed incolla di quanto fornito dalle veline dell’ AGCOM o della Lega Calcio. Gli articoli sul piano tecnico sono stati esaustivi ma poco pratici sul piano intuitivo.

Se vi interessa disquisire sul piano tecnico Google vi fornirà la risposta. Qui cercheremo di spiegare brevemente cosa fa Piracy Shield nella sostanza.

Piracy Shield è un portale messo a disposizione dell’AGCOM con lo scopo di oscurare i segnali video che trasmettono contenuti online senza averne i diritti.

Immaginate Piracy Shield come una casella di posta a cui solo certi utenti possono inviare messaggi. Questi utenti selezionati sono ad esempio: Sky, Dazn, Netflix e tutti i proprietari di diritti di autore.

Quando una persona delegata ad esempio da Sky vede online sul sito miosito.tv la partita Inter vs Juve invia un messaggio a Piracy Shield, allegando degli screenshoot come prova e chiedendo che il sito miosito.tv venga oscurato entro 30 minuti

  • Come fa Piracy Shield ad oscurare il sito?

Bella domanda. Piracy Shield allo stato attuale non ha un processo automatizzato. Servono delle persone che leggano il messaggio e intervengano manualmente. Le “persone” che leggono i messaggi inviati a Piracy Shield sono alcuni adetti dei provider Internet di tutta Italia. In altre parole Tim, Vodafone, Fastweb e tutti i piccoli provider sparsi lungo la penisola. E sono molti i piccoli provider.

Una volta che i provider leggono il messaggio, disabilitano sulla rete il sito miosito.tv e chiunque cerca di collegarsi sarà indirizzato ad una pagina che comunica che il sito in questione è stato bloccato.

C’è di più. Nelle intenzioni dei creatori di Piracy Shield anche i motori di ricerca come Google dovrebbero oscurare il sito miosito.tv fra i risultati di ricerca. Inoltre, anche i servizi che permettono di accedere ad Internet con dei DNS liberi (opendns, cloudflare, google) dovrebbero bloccare il sito miosito.tv. E ancora, anche i servizi VPN che permettono di cambiare indirizzo Ip, DNS e geo localizzazione dovrebbero impedire l’accesso al sito miosito.tv

In parole povere: chi ha sviluppato Piracy Shield ha davvero pensato a tutto e nelle intenzioni ha creato l’arma perfetta per annientare la pirateria online.

Quando entra in funzione Piracy Shield?

Di Piracy Shield se ne parla insistentemente ormai da circa 6-8 mesi. Finalmente il 01 febbraio dopo tanti rinvii per accertarne la fattibilità sul piano tecnico e legale è entrato in funzione.

Piracy Shield funziona?

Promettiamo di rispondere con una valutazione oggettiva del debutto di Piracy Shield fra poco, ma prima soffermiamoci su quei punti che fin da subito hanno fatto storcere il naso a chi di Piracy Shield non si è del tutto fidato.

  • Punti deboli di Piracy Shield

I grandi quotidiani, un po’ troppo attenti a non infastidire le grandi celebrazioni per l’entrata in scena di Piracy Shield non ci hanno speso troppo tempo. Ma dei problemi Piracy Shield li ha avuti fin da subito.

Problema concettuale. Abbiamo detto che tutti i provider devono obbligatoriamente oscurare i siti segnalati. Abbiamo detto che il processo non è automatizzato. Servono quindi persone. Persone che vanno pagate. Se i grandi provider non hanno problema a pagare qualche decina di persona in più, i piccoli provider invece di problemi ne hanno molti. Il rischio per loro di chiudere – se non risarciti – è reale.

Piracy Shield rischia quindi di creare un serio problema di legittima concorrenza sul mercato dei provider Internet.

Problema di tempo. Nelle intenzioni entro 30 minuti dalla segnalazione il sito deve essere oscurato.

I siti pirata sono migliaia e dal momento che il processo di oscuramento è manuale si rischia di ingolfare il sistema.

Problema legale. Per spiegare questa problematica serve un minimo di competenza tecnica. Cercheremo di essere i più semplici possibile. Ogni sito Internet deve avere un computer che lo mantenga online. Alcuni siti di piccole dimensioni accettano di condividere questo computer per divedersi le spese. Immaginate di essere in 4 a tavola e di trovare un solo piatto di pasta. Dovete dividere quel singolo piatto con i vostri amici.

Il nostro sito miosito.tv divide il computer (hosting) con altri 3 siti. C’è il serio rischio che se Piracy Shield oscura miosito.tv oscuri anche gli altre siti che condividono lo stesso hosting. Un vero problema!

Problema di partership. Abbiamo accennato al fatto che tutti gli operatori in gioco devono collaborare per far funzionare Piracy Shield come si deve: davvero è possibile convergere verso gli interessi dei fautori di Piracy Shield giganti come Google, Microsoft, Cloudflare, i servizi VPN? Tutto è possibile ma questo è davvero difficile da credere.

Conclusioni

Come promesso eccoci alle conclusioni. Illustreremo com’è andata la “prima giornata” in gioco di Piracy Shield.

Diciamolo francamente. E’ stato un disastro. Attenzione, alcuni siti sono stati effettivamente oscurati ma ci sono dei grandissimi MA.

innanzitutto per l’intero week end con una semplice ricerca su Google era possibile trovare siti e servizi IPTV che offrivano il calcio in diretta. I siti più famosi che vendono servizi IPTV sono oggi ancora online. Alcuni dei siti oscurati, hanno già cambiato l’estenzione del dominio: miosito.tv -> miosito.org

I siti oscurati sono comunque visibili all’estero, usando una VPN o cambiando i DNS

L’Agcom che aveva preparato una pagina sul sito web per elencare tutti i siti oscurati ha ancora quella lista in bianco. probabilmente perché è cosciente che fino a quando i siti sono in qualche modo raggiungibili è meglio non creare la più grande collezione di siti online pirata accessibile a tutti.

Insomma, Piracy Shield ha tutte le carte per essere l’arma letale contro lo streaming pirata e di certo dopo un giorno non può affilare le lame al meglio ma bisogna essere onesti che il primo febbraio è stato uguale al 31 gennaio. Poco o nulla è cambiato

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